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Storicamente il termine è stato creato per indicare la Fascismo#Filosofia politica, ideologia e prassi politica del fascismo italiano e, successivamente, del nazismo germania. Simona Forti attribuisceSimona Forti, Il totalitarismo, Laterza, Bari, 2001. la parola dautore a Giovanni Amendola, il quale lo usò a partire da un articolo del 1923 sulle pagine del quotidiano Il Mondo (quotidiano)Giovanni Amendola, Maggioranza e minoranza, Il Mondo (quotidiano), 12 maggio 1923.. In esse Amendola definì il sistema totalitario come «promessa del dominio assoluto e dello spadroneggiamento completo ed incontrollato nel campo della vita politica ed amministrativa».Su La Rivoluzione Liberale, nel 1924, Don Luigi Sturzo commentò la «nuova concezione di stato-partito» come causa di una «trasformazione totalitaria di ogni e qualsiasi forza morale, culturale, politica e religiosa»Luigi Sturzo, Spirito e realtà, La Rivoluzione Liberale, 22 gennaio 1924., mentre Lelio BassoSotto lo pseudonimo di Prometeo Filodemo. ebbe a dire che «il totalitarismo fascista ha posto tutti i suoi principi: soppressione di ogni contrasto per il bene superiore della Nazione identificata con lo Stato, il quale si identifica a sua volta con gli uomini che detengono il potere»Prometeo Filodemo (Lelio Basso), La Rivoluzione Liberale, 2 gennaio 1925.. Giovanni Gentile menzionò il totalitarismo nella voce "Fascismo (dottrina del)" che scrisse per l'Enciclopedia Italiana ed in cui affermò che «... per il fascista tutto è nello Stato e nulla di umano e spirituale esiste e tantomeno ha valore fuori dallo Stato. In tal senso il fascismo è totalitario...»Giovanni Gentile, Enciclopedia Italiana, voce "Fascismo (dottrina del)", Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma, 1932, vol. XIV, pp. 835-840..In filosofia il totalitarismo ha avuto molti teorici, ma anche altrettanti critici. In generale può essere usato anche in altri campi per indicare qualsiasi dottrina di stampo assolutistico. Per analogia viene usato anche per indicare qualunque tipo o forma di assolutismo, sia in campo politico che dottrinale. Il termine è stato usato in questo senso anche dallo statunitense G.H. Sabine nella sua Storia delle dottrine politiche.
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«Il totalitarismo», come ha osservato Sergio Romano, «è uno dei tratti caratteristici della storia del Novecento». Infatti il periodo storico che va dal 1917 (Rivoluzione dOttobre) al 1989 (crollo del muro di Berlino) è stato a posteriori definito l'età dei totalitarismi. Inoltre alcuni filosofi della Scuola di Francoforte (Horkheimer, Adorno, Marcuse, ..), autori della teoria critica della società, hanno definito totalitarismo lo stesso capitalismo perché, in quanto sistema economico sociale, utilizza la cultura di massa (non la cultura prodotta dalle masse, bensì quella prodotta dai mezzi di comunicazione di massa) e l'industria culturale per massificare gli individui e controllarli psicologicamente e politicamente in ogni momento della loro vita e in ogni aspetto del loro pensiero. «L'industria culturale», scrivono Horkheimer e Adorno, «è uno degli aspetti più caratteristici e vistosi dell'odierna società tecnologica; essa è il più subdolo strumento di manipolazione delle coscienze impiegate dal sistema per conservare sé stesso e tenere sottomessi gli individui». Perciò, se l'800 è passato alla storia come il secolo delle rivoluzioni, il '900 passerà come il secolo dei totalitarismi. Si definisce totalitario un sistema sociale in cui il potere politico o economico pervade ogni ambito della società soffocandone l'autonomia.